I versi di Giovanni Nolfe sono un viaggio lungo e fulmineo nel tempo di tutti e di ciascuno. Una psicoanalista e un giornalista le commentano. Ne nasce un dialogo che aiuta a, disegnare con le parole, far crescere alberi nel petto e farli tornare nell’ “umida terra”.
Recensioni a cura di Roberta Guarnieri e Gualtiero Peirce
Disegnare con le parole, far crescere alberi nel petto e farli tornare nell’ “umida terra”.
Lettrice profana e libera, come mi sento, di commentare questo libro di poesie di Giovanni Nolfe, Note di geometria elementare, mi avventuro in questo esercizio di scrittura che è, appunto, il commento.
Chissà se le ‘geometrie’ che danno il titolo a questa raccolta, sono state quella trama di linee, di verticalità che poi si spezzano, di forme umane di un corpo preso nelle sue diverse parti, che hanno condotto questa scrittura poetica a poter trattare parole difficili perché fondamentali: amore e poi tempo e ancora ‘tu’, ma anche destino e ricordo?
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