Il florilegio di brani presentati in questa collezione è connotato in maniera fortemente radicale e, in apparenza senza nemmeno proporselo, rimuove con un semplice colpo di spugna i tanti tabù dell’espressione posti dalla ricerca musicale del secondo Novecento.
dalla prefazione di Lorenzo Pone
I brani non sono ingabbiati in uno specifico “linguaggio” formale, anche se non manca la percezione di assoluta competenza in tal senso. Il loro scorrere pertanto non è, apparentemente, costruito su misura ma sgorga naturale nel corso delle esecuzioni, che rappresentano se stesse e null’altro.
dalla postfazione di Antonello Cannavale